La musica e le auto hanno avuto un legame duraturo, che è nato già a partire dagli anni ’30, con la prima mitica autoradio Motorola su Ford e Chrysler. Oltre alle radio FM, con il progresso tecnologico si sono avvicendati sulle auto le stesse tecnologie di riproduzione che trovavamo nelle case: dal giradischi al mangiacassette, sino ai primi lettori CD e – ovviamente - un paio di casse per diffondere la musica. Il car audio tuning nasce negli anni 90, nell’epoca a cavallo tra le vecchie musicassette e l’arrivo dei supporti ottici, quando chi voleva ascoltare musica in modo “diverso” dall’impianto iniziò ad integrare amplificatori esterni e modificava quella che viene oggi chiamata “cappelliera”.
Da allora ai nostri giorni il “car audio” è diventato molto più di un hobby, ma un vero e proprio stile di vita per i tanti appassionati, seguendo di pari passo gli avanzamenti nel campo dell’hi-tech. Dagli impianti di serie di altissimo livello che possono vantare alcuni marchi, agli impianti taylormade che rasentano la perfezione, questa passione si accompagna spesso all’interesse per i motori.
Senza addentrarci troppo nella materia, fondamentalmente si sono affermate due filosofie nel campo del car audio. La prima è la scuola SQL ovvero Sound Quality Level, mentre la seconda è l’SPL ovvero Sound Pressure Level. Il primo “stile” è legato alla qualità del suono, professando la ricerca della perfezione e della “pulizia” del suono anche a volume sostenuto, il secondo invece è legato alla pressione audio prodotta dal proprio impianto. All’interno di queste “filosofie” i cultori del car audio tuning battagliano nel vero senso della parola (esistono dei concorsi ad hoc!) per esibire la migliore qualità audio oppure per macinare più decibel ed emettere maggiore pressione sonora (grazie anche all’ausilio di potenti subwoofer).
Al di là delle priorità delle due scuole, il car audio tuning ha fatto passi in avanti grazie all’evoluzione delle vecchie autoradio, oggi sempre più sofisticate, soprattutto sul fronte di una precisa equalizzazione del suono, una maggiore connettività alla Rete e l’integrazione a sistemi di navigazione. Ad affiancare casse ed impianti aftermarket sono arrivati anche i processori di segnale come gli Helix DSP o gli Audison, che si affiancano al sistema per gestire tagli, ritardi temporali, equalizzazione delle frequenze e tanto altro per ogni singolo canale audio. Dall’altro lato esistono sistemi aftermarket che si integrano al sistema di serie, come i prodotti Alpine.
Rispetto al passato a fare la differenza non sono più tanto i watt dell’impianto, quanto l’integrazione ad un ecosistema multimediale connesso alla Rete. Quindi parliamo di mirroring via bt dello smartphone sul display della radio/navigatore, integrazione dei mobile devices in auto (Apple Car Play, Android Auto), connessioni ad Internet per aggiornare cartografia, dati di traffico, meteo e altro. Sta dimostrando questa nuova strada per esempio Pioneer e Alpine.
Il futuro che si sta disegnando è quello di replicare le nuove modalità di fruizione musicali, attraverso streaming (Spotify, Deezer) anche su auto, o l’ascolto di webradio. Il gesto di masterizzare i file audio su CD per avere la qualità più alta potrebbe essere presto un ricordo del passato, considerando che anche il car audio potrebbe seguire il progressivo abbandono dell’mp3 a vantaggio dello streaming a 320kbs, grazie ad abbonamenti premium che permettono di fruire delle proprie playlist anche offline. Dall’altro lato diverse case costruttrici stanno realizzando sistemi OEM per superare gli inconvenienti di file audio compressi, come fece Lexus NX 2015 con il sistema Clari-Fi.
Magari i fan di SQL ed SPL continueranno a gareggiare, ma lontano da questi due mondi l’auto tenderà a diventare l’estensione della nostra dimensione domestica, dandoci i mezzi per gestire facilmente le nostre playlist, le interazioni sui social, etc. A ciò si somma anche il fatto di impreziosire la propria vettura: in tanti consideriamo e trattiamo la nostra auto come un gioiello, con elaborazioni che potenziano i CV oppure con interventi sulla carrozzeria. Anche un buon impianto hi-fi è un ottimo modo per personalizzare la propria auto e donarle valore e completezza.