Tra i tanti argomenti che possono dividere gli appassionati di motori ce n’è uno che tiene banco in modo inossidabile da quando sono nate le automobili: meglio la trazione anteriore o quella posteriore, oppure quella integrale?
L’autista medio probabilmente non si pone troppe domande in merito, ma chi ama il piacere di guida sì, perché la tipologia di trazione non solo condiziona il comportamento dinamico della vettura, il tipo di guida, ma ci sottopone anche a scelte diverse per tenere l'auto in sicurezza. Infatti capire come si comporta l’auto ci aiuta ad impostare la guida in modo cosciente rispetto a quali siano le ruote che garantiscano potenza, così da essere preparati in caso di imprevisto.
Con questo post cercheremo di fare un po’ di chiarezza sui pro e i contro dei differenti tipi di trazione.
Le auto a trazione anteriore sono le più diffuse, infatti occupano circa il 70% del mercato. Risultano più facili da gestire, ma hanno anche dei vantaggi in termini di economicità e di peso. Come sappiamo questa configurazione scarica la potenza disponibile solo sull’asse anteriore, che contestualmente sono le ruote sterzanti. Questa tipologia avrà una dinamica di guida ritardata sia in ingresso che in uscita dalla curva se paragonata ad una vettura a trazione posteriore, dando talvolta origine al cosiddetto “sottosterzo”, cioè quando un'auto tende ad allargare la traiettoria di percorrenza. Il comportamento da adottare per ovviare al problema è quello più naturale: alzare leggermente il piede dall'acceleratore, lasciando che il veicolo riprenda la direzione e, se necessario, diminuendo l’angolo di sterzo in modo che le ruote riprendano aderenza e motricità.
Le vetture a trazione posteriore garantiscono divertimento di guida – diciamocelo - ma necessitano di particolari cautele in fase di guida sportiva. Una TP ha innanzitutto una migliore ripartizione dei pesi (vicina al 50-50), quindi può sfruttare meglio il grip di tutte e quattro le gomme. Un’accelerazione troppo brusca però può comportare il sovrasterzo, cioè un anticipo delle ruote posteriori rispetto a quelle anteriori. Il peso infatti si sposta tutto avanti, facendo perdere aderenza alle ruote motrici, e al primo accenno di acceleratore o scalata di marcia ti ritrovi a ruotare come una trottola. Una modalità sicura per approcciarsi alla curva è frenare quando le ruote sono ancora dritte, poi entrare con il freno rilasciato così da garantire un assetto neutro e dopo il punto di corda riaccelerare gradualmente. Un’altra modalità può prevedere di togliere gas stando però attenti a non toglierne molto, pena aumentare la sbandata del posteriore, aiutandosi con lo sterzo, girandolo dalla parte opposta alla curva (controsterzata). Questo però vi consigliamo di farlo più in pista che su strada. Tra gli svantaggi della TP c’è anche la minore stabilità sui fondi a bassa aderenza (in parte mitigata dal differenziale autobloccante) e una maggiore difficoltà di controllo in caso di emergenza.
Per quando riguarda la trazione integrale spesso si fa confusione. Esistono infatti tipologie di TI inseribile (o part time) dove è possibile marciare con la normale trazione posteriore oppure anteriore su percorsi stradali e inserire la trazione integrale solo in caso di necessità, per esempio quando ci si dirige su terreni accidentati. L’inserimento della doppia trazione può essere deciso dal guidatore oppure demandato all’elettronica di bordo. E poi c'è la TI permanente (o full time) dove la trazione viene sempre ripartita su tutte le ruote del veicolo.
Nel corso degli ultimi anni, per ridurre costi e peso, alle trazioni integrali “meccaniche”, si sono affiancate trazioni gestite elettronicamente (es Haldex) che, in assenza dell’albero di trasmissione fisico, ripartiscono la coppia al differenziale dell’asse opposto a quello collegato al motore in funzione dei dati dinamici letti dai sensori della vettura e da altre centraline con cui dialoga (ESP, ABS, centralina motore, ecc). Questi differenziali lavorano in diversi modi: Haldex ad esempio adatta un sistema lamellare in bagno d’olio che in base agli impulsi inviati dalla centralina di controllo, permette a queste lamelle di compattarsi più o meno e di trasmettere quindi più o meno coppia e conseguente trazione alle ruote. Ovviamente mancando un giunto differenziale centrale, la massima ripartizione possibile sarà del 50/50.
Le scelta tra integrale full time e part time deriva dall’uso che si vuole fare dell’auto, un'auto a trazione integrale sicuramente consuma di più rispetto ad una con trazione su un solo asse, soprattutto per il maggior attrito derivante da più masse meccaniche in movimento. I benefici di una guida trazione integrale sono molteplici, non solo su terreni difficili (fango, neve), dove fanno le vetture 4WD fanno la differenza. Rispetto alle vetture TA e TP, le 4WD hanno una tenuta di strada molto più elevata. In caso di errore le auto a trazione integrale hanno di solito un comportamento sottosterzante. A complicare la situazione c’è il fatto che molti costruttori utilizzano un differenziale centrale per ripartire la potenza in “tempo reale” tra assale anteriore e posteriore: in pratica a volte la potenza è scaricata di più sull'avantreno, a volte sul retrotreno cosa che, se da un lato assicura maggior tenuta, ha come effetto collaterale un’alterazione del comportamento che l’auto potrebbe adottare in curva, dato che in alcune situazioni potrebbe diventare sovrasterzante ed in altre sottosterzante.
Non esiste una risposta definitiva su quale tipo di trazione sia la migliore, perché ogni guidatore ha stili e attitudini diversi di guida. Di sicuro c’è l’evidenza che con vetture di grande cilindrata una trazione posteriore può dare qualcosa in più in termini di divertimento, mentre per la guida di tutti i giorni una trazione anteriore può andare benissimo. E una integrale permanente vi garantirà pure tenuta di strada, ma qualsiasi sia la vostra scelta ricordate che le leggi della fisica non ammettono eccezioni, perciò assicuratevi di riportare a casa integri sia voi che la vostra “bimba”.